La fine di un’era politica: anche per i N.E.E.T.?!?

Sarà capitato a molti italiani che vivono all’estero di andare fuori e bere una birra con amici o colleghi internazionali. E sarà anche capitato che proprio nel mezzo della serata, quando tutto sembrava andare per il meglio, uno di quei tuoi amici ti chieda:

– Dario, may I ask you something? But what do think about Silvio Berlusconi?

Ed ecco che ti prende il panico ed allora cominci a pensare al meglio come replicare: rispondiamo con una battuta e poi chiudiamo il discorso. No, forse meglio spiegargli alcune cose, altrimenti pensa che siamo veramente tutti ignoranti e non sappiamo nemmeno cosa sta succedendo nel nostro Paese. No, forse meglio ancora è la soluzione da vero patriota: gli offro un’altra birra e poi gli spiego veramente come stanno le cose, del conflitto d’interessi, del controllo dei media, degli italiani che sono brava gente…In ogni caso, per quanto ti sforzi, senti che non hai avuto molto successo a giudicare dallo sguardo incredulo che il tuo amico continua ad avere sulla sua faccia.

Anche se sembra che da ieri sera in poi tali situazioni non si ripeteranno più, rimane il fatto che il sistema Paese non migliora nell’arco di un weekend, con la caduta del proprio imperatore. Nella lettera di chiarimento inviata dall’Unione Europea all’allora ministro Tremonti riguardo ulteriori dettagli circa l’implementazione delle misure anticrisi contenute nella lettera di Mr. B all’Unione Europea si chiede esplicitamente al punto 17:

Which concrete measures is the government considering to promote youth and female employment?

Risposta non pervenuta. L’ex ministro Tremonti ha difatti fatto sapere che dato l’invio di rappresentanti dell’UE presso il Ministero dell’Economia, è lecito saltare i compiti, lasciando ancora una volta un’alone di non-trasparenza e non-serietà sia nei rapporti Italia-Europa e sia nei confronti del popolo Italiano.

La risposta sarebbe stata alquanto difficile, considerando che si dovrebbe fare i conti con un numero di NEET (not in education, employment or training) tra i più alti d’Europa, più di 2 milioni. In Italia, il 23,4% dei giovani tra i 15 ed i 34 anni è disoccupato o inattivo, come dimostrano i dati Eurostat riportati in tabella:

Con quali riforme si intende porre rimedio a una situazione giovanile così disastrata e fuori controllo? Quali misure occorrerebbe attuare? La statistica potrebbe darci alcune risposte. Nei quattro grafici che seguono, ho riassunto quattro indicatori Eurostat e li ho messi a confronto con la percentuale di NEET.

Spesa in educazione per studente vs NEET (2008)

 

Spesa in educazione in % di GDP vs NEET (2008)

 

Spesa in R&D vs NEET (2008)

 

Evasione Fiscale vs NEET (2010)

Emerge chiaramente che esistono delle correlazioni tra le varie politiche di uno stato ed i conseguenti risultati in termini di occupazione giovanile. Inoltre, già Alessandro Rosina, su lavoce.info, aveva marcato la stretta correlazione tra spesa in R&D e livello di dipendenza dei genitori. Ora, sebbene questo non sia uno studio completo, mostra in modo univoco come alcune misure, quali la diminuzione dell’evasione fiscale unita ad un aumento della spesa in educazione e ricerca e sviluppo possano effettivamente migliorare la condizione giovanile, diminuendo la dipendenza dai genitori e la disoccupazione o inattività.

Che il nuovo governo tecnico le prenda in considerazione?!? A giudicare dall’età media dei propri componenti, rimane solamente da sperare…

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